Angolo ripiegato:  
NEL REGNO DI GESU'
Il fascino del Presepe è sempre vivo nella gente? L'abbiamo chiesto ai Maestri artigiani di San Gregorio Armeno.
di Daniela Adamo
 

 

 

 

 

 

A Napoli, dire presepe è come dire San Gregorio Armeno, una antichissima via, conosciuta da circa quattro secoli, per essere regno incontrastato dei pastori e famosa per questo in tutto il mondo. Passeggiare per San Gregorio Armeno, chiamata Augustalis ai tempi dei Romani, è come essere una componente del presepe. Il clima è da fiaba e ti fa dimenticare che, a poca distanza, pulsa la Napoli di oggi, con modernissimi articoli, figli della più moderna tecnologia. A San Gregorio, ovunque volgi il tuo sguardo, vedi arte; sei circondato da bancarelle che ti mostrano i più svariati pastori, esposti a migliaia quasi a farti perdere la bussola! Dai classici San Giuseppe e la Madonna, fino ai figli di Napoli, Totò ed  Eduardo. Si può sceglierli in varie misure, dai cinque millimetri a salire, in terracotta, in legno, dipinti a mano o rivestiti con stoffe in seta, ma anche in plastica o in vetroresina.

Ci chiediamo… - in un’epoca nella quale la crisi economica si taglia a fette - … il presepe tira ancora? La gente, cioè, compra ancora le statuine o preferisce riservare i propri guadagni su articoli, magari, di maggior utilità? E’ quanto abbiamo cercato di sapere dagli artigiani di San Gregorio Armeno. A Marco Ferrigno, ad Antonietta Ferrara, a Vincenzo Capuano, a Maria Gabriella Cioffi e a Nicola De Francesco abbiamo chiesto com’è andata la vendita, quest’anno, delle statuine e dei presepi, quali i personaggi più venduti, a quando risale la tradizione dell’arte presepiale nella loro famiglia. Tutti gli artisti, tranne Ferrigno che ha affermato di usare tirare le somme a conclusione del periodo natalizio, hanno precisato che le vendite sono state quasi nulle, fino a riprendere di poco prima di Natale. In particolare, hanno lamentato della crisi il marito di Antonietta Ferrara (“ ’Na tragedia! Negozi vuoti. Tantissima gente ma nessuno acquista!”) e Vincenzo Capuano (“Grande folla, anche 40-50.000 persone al giorno, ma vendite zero”). I prezzi delle statuine vanno da un minimo di 1.000 £. fino anche a 600.000 £. per pezzi pregiati. C’è un netto ritorno ai pastori di terracotta, per la gioia degli artigiani. I personaggi più venduti? Sempre i classici, la Madonna, San Giuseppe, Gesù Bambino ma anche Benino e la lavandaia. Ferrigno ha un po’ la prerogativa di creare, ogni anno, personaggi nuovi, presi a prestito dal mondo dello spettacolo. “Quest’anno - ha precisato Marco Ferrigno - abbiamo dato vita ai ragazzi del ‘Grande Fratello’, visto il loro grande successo. L’abbiamo fatto, però, solo per curiosità, perché i personaggi non sono in vendita. Sono solo esposti per attirare la gente, che poi magari compra qualcos’altro…”. Gli altri artisti sono contrari a creare nomi che nulla hanno a che vedere con il presepe, “bisogna rimanere sul tradizionale, non abbassarsi a sciocchezze solo per farsi pubblicità”, ha concluso Capuano. Dunque, anche se possono calare le vendite, non diminuisce l’interesse della gente per l’arte presepiale. Le statuine lavorate a mano dai Maestri di San Gregorio Armeno attirano non solo i napoletani. La signora Patrizia De Paolis, romana residente a Fondi, ci ha detto che aveva sempre desiderato visitare San Gregorio. Quest’anno ci è venuta per la terza volta e ha acquistato pastorelli e pecorelle di due centimetri, per un presepe in miniatura.

Patrizia tornerà qui ogni anno per rivivere questa atmosfera avvolgente, ben felice perché adora Napoli! Anche tra i vip, ci sono molti affezionati di San Gregorio, come ad esempio il popolare Bruno Vespa. Nella strada dei presepi, si respira anche aria non proprio partenopea, per esempio della Bolivia, del Cile, infatti “Kasba” di Vincenzo D’Alessandro è specializzato in artigianato estero e vende presepi non della tradizione napoletana e pare che abbia il suo seguito di affezionati ed estimatori, in quanto ha detto di avere sempre un buon successo di vendite. Dunque, si parla non solo napoletano a San Gregorio Armeno ma principalmente sì. Vera arte partenopea, risalente, per la maggior parte delle famiglie di artisti, ad un secolo che fu. I Ferrara iniziarono l’arte presepiale nella metà dell’Ottocento, l’arte di Capuano ebbe inizio nel 1840 mentre quella di Ferrigno risale al 1836, quando Nicola, il trisavolo di Marco (attuale titolare, coadiuvato ancora dal padre Giuseppe) aprì un negozio di presepi. E questa tradizione antica, se il popolo lo vorrà, continuerà per sempre, perché l’arte presepiale si tramanda di padre in figlio ed è una delle poche rimaste. A Napoli, Natale vuol dire presepe e se un giorno il magico scenario di San Gregorio Armeno dovesse scomparire, perderemmo un prezioso tassello del passato e un bel flusso di turisti, attirati da un’atmosfera iridescente e pittoresca, stretti da quella malìa avvolgente che ti fa sentire… in un presepe! Ma San Gregorio Armeno non morirà mai…

 

Pubblicato nel mese di Gennaio 2001 sul mensile “Proposte di classe”         

 

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