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    Le 
    "carte" alle quali ci riferiamo sono le ricevute, le fatture, i bollettini 
    di pagamento... Ci sono quelli che conservano tutto, fino all'ultimo 
    scontrino, arrivando ad avere i cassetti stracolmi e in pieno disordine; ci 
    sono quelli che buttano via tutto subito! Nè gli uni nè gli altri sono nel 
    giusto, ovviamente. Infatti, ogni "carta", di cui sopra, va conservata per 
    un certo periodo di tempo, così da essere tutelati in caso di controlli e/o 
    contestazioni. Il tempo di "prescrizione" non è uguale, però, per tutte le 
    ricevute di pagamento. Il consiglio, dunque, in particolare per i 
    disordinati, è di fornirsi di appositi catalogatori e di conservare, in 
    ordine di data, tutti i bollettini, per il tempo che, qui di seguito, vi 
    elenchiamo: 
    
    
    - 
    Ricevute delle rate di un mutuo: fino all'estinzione dello stesso. 
    
    - 
    Ricevute di operazioni bancarie e bonifici: 1 anno. 
    
    - 
    Estratti conto: 2 mesi. 
    
    - 
    Ricevute d'affitto e di condominio: 5 anni. 
    
    - 
    Pagamenti Iva e Irpef: 5 anni (partendo dall'anno successivo alla 
    dichiarazione). 
    
    - 
    Ricevute dei versamenti ICI: 4 anni (ma, per una proroga richiesta per i 
    controlli, sarà meglio non gettarle via prima di 10 anni). 
    
    - 
    Bollettini della Nettezza urbana: 10 anni. 
    
    - 
    Bollette del telefono, della luce e del gas: 5 anni.  
    
    - 
    Bollo dell'auto: 5 anni. 
    
    - 
    Ricevuta del canone Rai: 10 anni. 
    
    - 
    Ricevute delle multe stradali: 5 anni. 
    
    - 
    Ricevute per lavori di ristrutturazione d'appartamenti: 5 anni. 
    
    - 
    Ricevute di pagamento a commercialisti, idraulici, artigiani e 
    professionisti vari: 3 anni. 
    
    - 
    Rate dell'assicurazione: 1 anno. 
    
    - 
    Ricevute dei versamenti dei contributi per la colf: 10 anni. 
    
    - 
    Pagamenti con conto corrente: 5 anni. 
    
    - 
    Ricevute di versamenti per contributi previdenziali: 10 anni. 
    
    
    Da 
    ricordare che le scritture relative alla Partita Iva vanno conservate 
    fino a quando non sono stati definiti gli accertamenti previsti per ogni 
    periodo d'imposta, anche se la suddetta è stata chiusa. 
    
    E' 
    bene ancora precisare che, trascorsi dieci anni, qualsiasi "scartoffia" si 
    voglia buttar via, lo si può fare solo se non si hanno cause pendenti. 
    
    Se, 
    trascorsi i termini precisati, viene richiesto di esibire una certa 
    documentazione o di effettuare un nuovo pagamento,  non si è obbligati nè a 
    mostrare nè a pagare alcunchè.    
    
    
    Attenzione! 
    
    Bisogna conservare sempre: le lettere di assunzione, licenziamento e 
    dimissioni, il libretto di lavoro, le buste paga, i diplomi scolastici, i 
    documenti di matrimonio e divorzio, gli atti notarili, gli esami medici. 
    
      
    
    
    Pubblicato nel mese di Dicembre 2001 sul mensile “Proposte di classe” 
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