Ci sono stati dei personaggi… nello spettacolo, nello sport, nella televisione… che hanno segnato un’epoca con le loro imprese e che abbiamo amato incondizionatamente, perché ci hanno regalato emozioni indicibili. Questi personaggi ci sono rimasti nel cuore e, anche quando hanno poi lasciato la loro attività e quindi non li abbiamo visti più tanto spesso o non abbiamo più sentito parlare di loro, se qualcuno ci ha fatto (e ci fa…) d’improvviso i loro nomi o magari li abbiamo rivisti ospiti in un programma televisivo, abbiamo subito avuto un tuffo al cuore, perché ci è ritornata alla mente l’epoca in cui ci hanno fatto sognare…

 Carmine, Agostino e Giuseppe Abbagnale

Sicuramente, uno dei personaggi di cui sopra è Giuseppe Abbagnale, che, insieme a suo fratello Carmine (gli indimenticati “fratelloni”, per i quali tanta voce ha perso Giampiero Galeazzi!), negli anni ’80 – ’90, si è fregiato di tutti i titoli più importanti che era possibile vincere nel canottaggio – la sua disciplina sportiva – schiacciando tutti i rivali e affermando la sua netta superiorità, in Italia e nel mondo. Abbiamo intervistato Giuseppe Abbagnale, per carpire da lui qualche segreto dei suoi “tempi d’oro”, per sapere se oggi è ancora in qualche modo presente nel canottaggio e, perché no, per sognare ancora un po’, ricordando le sue magiche vittorie, che portarono l’Italia agli onori del mondo!

- Dire "canottaggio", da sempre, è come dire "fratelli Abbagnale", che è come dire "medaglie e vittorie"... Non nei dettagli, perchè sarebbe impossibile, ma ci vuole ricordare quali titoli avete vinto, lei e suo fratello Carmine, perlomeno i più importanti?
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Dunque, io e Carmine abbiamo vinto sette volte i Mondiali, due Olimpiadi e un argento, sempre ai giochi olimpici, poi siamo arrivati due volte secondi ai Mondiali e una volta abbiamo vinto il bronzo…- replica Giuseppe, come se avesse detto “Siamo arrivati un paio di volte terzi ai Mondiali!”, dimostrando di essere una persona molto semplice, solida e ancorata alla realtà!

- Senta, alla luce della sua esperienza, sinceramente lei oggi consiglierebbe ad un ragazzino di intraprendere questo sport?
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Sicuramente sì, perché il canottaggio  è uno sport completo, nel senso che impegna tutti i muscoli della persona, per cui, dal punto di vista formativo, è certamente tra i più adatti per i giovani. E' uno sport estremamente piacevole, perchè si pratica all'aria aperta, in un ambiente che... dovrebbe essere abbastanza sano e pulito, cioè nei laghi o nei fiumi; è uno sport sicuro, non comporta grossi rischi. Quindi, ha una serie di caratteristiche positive, per cui è certamente da consigliare.

- All’incirca, fino a che età si può essere atleti di canottaggio?
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Mah'… non c'è un limite preciso. Ci sono persone che hanno gareggiato fino a 40 anni ad altissimo livello; c'è il canottaggio anche per i più anziani, quindi lo si può fare a 60 anni, a 80 anni... Non ci sono problemi.

- Un’altra cosa. Quando eravate in attività, lei e suo fratello Carmine, riuscivate a vivere col canottaggio o dovevate comunque svolgere un altro lavoro?
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Dipende dal livello che uno raggiunge con questo sport. Diciamo che si potrebbe anche vivere di canottaggio, ma per quella che è la durata dell'attività; dopo, chiaramente si deve avere un'alternativa, per cui, in genere, si ricerca un'altra attività anche durante la vita atletica.

- Appunto, a tal proposito, oggi che cosa fanno i fratelli Abbagnale e Giuseppe Di Capua (il famoso timoniere)? Che lavoro svolgono? Sono sempre nel campo sportivo, magari come allenatori o manager?

- Allora… io sono un bancario a tempo pieno, però sono rimasto legato all'attività del canottaggio, in quanto sono Consigliere della Società per cui ho gareggiato (il Circolo Nautico Stabia) nell'arco della mia vita sportiva e sono, altresì, vice-presidente della Federazione Italiana Canottaggio… quindi sono nell'ambito sportivo e federale.  Carmine, invece, è dipendente della Regione Campania e allena il settore giovanile del Circolo Nautico Stabia.

- Invece Di Capua?
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Di Capua lavora alla Telecom. Ambiente completamente diverso!

- Ci sono già degli eredi dei fratelli Abbagnale - non so se avete figli - che lei pensa potranno percorrere le vostre strade?
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Parlare in questo momento di figli come eredi è prematuro perché mio figlio più grande ha 10 anni e non so nemmeno se è interessato, come sportivo, al canottaggio e quindi prevedere un futuro in questo senso!  La Federazione vive comunque di un certo ricambio…

- Sono state più le gioie o i sacrifici, nella sua vita di canottiere?
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In virtù dei risultati, non posso dire che sono state più le sofferenze. Sicuramente, credo di essere stato ripagato appieno per quello che è stato il mio impegno. Il bilancio è sicuramente positivo. E' chiaro che uno, all'inizio della carriera, non può fare questi paragoni. Comincia a fare l'attività sportiva perchè crede sia portato, gli piace, per cui si impegna, poi è logico  che arrivare a certi risultati dipende da vari fattori…

- Lei, come sportivo, ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Ha ancora un sogno nel cassetto o comunque un sogno non realizzato?
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Io ho sempre e comunque un sogno nel cassetto. Anche se credo di avere realizzato gran parte dei miei sogni e dei miei desideri e anche se, comunque, sono ancora nell'ambiente, forse mi manca un po' la vicinanza con quella che è la realtà del canottaggio. Sarebbe molto bello, ad esempio, impegnarsi come tecnico, però purtroppo il mio impegno lavorativo non mi permette di essere molto presente nell’ambiente sportivo. Non dispero, però, di farlo nel futuro.

- Un'ultima cosa... Forse a questa domanda non potrà rispondermi, per l'impossibilità a trovare una risposta... Io ci provo! Riesce a dirmi qual è stato il momento più bello della sua carriera sportiva, quello che proprio non dimenticherà mai?! 
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Trovarne uno solo è difficile... Potrei dire il mio primo Mondiale o la prima Olimpiade, però forse un gradino su tutti metterei il 1988, l'anno del secondo titolo olimpico, che rappresentò anche l'anno in cui tre fratelli si sono ritrovati sul podio più alto. Credo che veramente sia stata un po' un'apoteosi per la famiglia Abbagnale! Un momento indimenticabile…

 

CHI SONO GLI ABBAGNALE

              

   

 

·     Giuseppe Abbagnale è nato a Pompei il 24 luglio 1959. Primo di sei figli, tre maschi (il secondo è Carmine e il  terzo Agostino, tutti canottieri di alto livello) e tre femmine (Maria, Rosanna e Nunzia), nati da Vincenzo e Virginia La Mura, coltivatori diretti di Pompei.
E’ sposato con Linda dal 1991 ed ha due figli, Vincenzo e Gaia.
E’ diplomato in Ragioneria ed è diplomato all’I.S.E.F. di Napoli, con 110 e lode.
Lavora come consulente finanziario alla B.N.L. di Torre Annunziata.
Dopo una brevissima esperienza in campo calcistico, Giuseppe, a 14 anni, è arrivato al canottaggio, portato dagli zii materni Giuseppe La Mura (allenatore del Circolo Nautico "Stabia" di Castellamare di Stabia) ed Enrico La Mura (atleta nella stessa società).
La sua carriera agonistica è iniziata nel 1975 e si è conclusa con la maglia della Nazionale nel 1996.
Ha iniziato a far coppia con il fratello Carmine nel 1981, ma già prima aveva vinto dei campionati italiani.
Nella sua lunga carriera agonistica, ha conquistato complessivamente 25 titoli Italiani in diverse categorie e specialità, 7 titoli Mondiali (nel 1981 – 1982 – 1985 – 1987 – 1989 – 1990 e 1991), 2 titoli Olimpici (nel 1984 e 1988), 1 coppa Europa under 23, 1 titolo ai Giochi del Mediterraneo, 5 titoli agli Internazionali di Lucerna. E’ stato vice  campione Olimpico nel 1992, vice campione mondiale nel 1986 e nel 1993 ed è arrivato terzo ai Mondiali del 1983.
Ha partecipato a quattro Olimpiadi: Mosca, Los Angeles, Seoul e Barcellona.
Nel 1992, a Barcellona, è stato Portabandiera alla cerimonia di apertura della squadra italiana.
Più volte è stato medaglia d'oro al valore atletico.
Nel 1996, alla vigilia della partenza per le Olimpiadi di Atlanta, mette fine alla sua carriera sportiva.
Nel 1997, ha ricevuto la medaglia d'oro Thomas Keller, riconoscimento alla carriera F.I.S.A.
Dal 1996, è membro del Consiglio direttivo del Circolo Nautico Stabia, con delega all'attività sportiva.
Nel 2000, è stato delegato Regionale Campano della Federazione Italiana Canottaggio.
E’ altresì vice presidente della Federazione Italiana Canottaggio, con delega al settore tecnico.

 

            

 

 Carmine Abbagnale è nato a Pompei il 5 gennaio del 1962.
Ha il diploma di geometra e quello dell’I.S.E.F. di Napoli (conseguito con 110 e lode).
Dal 1993, è sposato con Loredana ed ha due figlie, Virginia e Chiara.
E’ impiegato alla Giunta Regionale della Campania.
A 15 anni, convinto da alcuni familiari (tra i quali lo zio materno Giuseppe, allenatore del Circolo Nautico Stabia di Castellammare di Stabia) ha iniziato a fare canottaggio.
La sua carriera agonistica è iniziata nel 1977 e si è conclusa con le Olimpiadi di Atlanta del 1996.
Ha vestito ininterrottamente la maglia della Nazionale Italiana dal 1979 al 1996.
Ha iniziato a  far coppia con il fratello Giuseppe nel 1981 e, nel 1994, quando il fratello Giuseppe è stato costretto ad allontanarsi per un anno dall’attività agonistica a causa di un incidente, Carmine, ai Mondiali di Indianapolis, ha fatto coppia con Gioacchino Cascone, col quale ha conquistato la medaglia d’argento nella specialità “due con”
Nella sua lunga carriera agonistica, ha conseguito complessivamente 23 titoli Italiani in diverse categorie e specialità del canottaggio. Ha vinto poi la Coppa Europa under 23, 1 titolo ai Giochi del Mediterraneo; è stato 5 volte vincitore degli Internazionali di Lucerna, 7 volte campione Mondiale nella specialità “due con” (nel 1981 – 1982 – 1985 – 1987 – 1989 – 1990 e 1991), 2 volte campione Olimpionico (nel 1984 e nel 1988). E’ stato poi vice campione olimpico nel 1992, vice campione mondiale nel 1986, 1993 e 1994 ed è arrivato terzo ai Mondiali del 1983.
Nel 1993, è stato insignito dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro della onorificenza di Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana.
E’ stato più volte premiato dal C.O.N.I. con la Medaglia d’oro al Valore Atletico.
Nel 1997, la F.I.S.A., Federazione Internazionale di Canottaggio, l’ha insignito della medaglia d’oro Thomas Keller alla carriera.
Dal 1998, è allenatore di canottaggio.
Nel 2000, il C.O.N.I. Regionale lo ha premiato con il titolo di Atleta del Secolo.

 

                     

      Agostino Abbagnale è nato a Pompei il 25 agosto del 1966.

  Dal 1998, è sposato con Romilda ed ha un figlio, Alessandro.
Diplomatosi in ragioneria, si iscrive all’I.S.E.F. di Napoli, dove si diploma con 110 e lode.
Seguendo le orme dei fratelli Giuseppe e Carmine, nel 1980 ha iniziato la sua attività sportiva presso il Circolo Nautico   Stabia, guidato da Giuseppe La Mura.
Nel 1981, Agostino ha esordito nelle gare a livello nazionale, nella categoria “ragazzi” (dai 15 ai 16 anni).
Nel 1984, ha conquistato il suo primo titolo italiano nella specialità “due con” juniores e ha indossato la maglia  italiana di categoria ai mondiali di Jonhoping, in Svezia, dove si è classificato al settimo posto assoluto.
Nel 1985, a 19 anni, ai Mondiali del Belgio ha conquistato la sua prima medaglia assoluta nella specialità “otto con”.
Questa è la molla che lo ha spinto a prepararsi scrupolosamente ed infatti, nel 1988, ha vinto le Olimpiadi di Seoul, in Corea, nella specialità “quattro di coppia”, insieme a Tizzano, Farina e Poli. Nel 1987 e 1988, sempre diretto tecnicamente da Giuseppe La Mura, Agostino si è affermato ai vertici del canottaggio italiano, dominando nelle specialità del “singolo“ e del “quattro di coppia” e contribuendo, insieme ai suoi “mitici fratelloni”, a fare di una piccolissima Società Sportiva, quale il Circolo Nautico Stabia, la prima in campo nazionale.
Alle Olimpiadi di Seoul del 1988, Agostino, Carmine e Giuseppe Abbagnale hanno vinto la medaglia d’oro Olimpica, avvenimento assolutamente eccezionale ed unico in quanto tre esponenti della stessa famiglia sono saliti sul gradino più alto.
Nel 1989, all’apice della carriera sportiva, Agostino è entrato a far parte del gruppo sportivo Fiamme Gialle. In questo stesso anno, però, una grossa sfortuna lo ha colpito, infatti ha scoperto di essere affetto da una tromboflebite all’arto inferiore sinistro e quindi non è stato più idoneo per lo sport. E’ rimasto lontano dai campi di gara per sei lunghi anni, fino al 1995, quando, guarito, ha riottenuto l’idoneità agonistica ed è divenuto nuovamente protagonista in campo nazionale. Ha riconquistato la maglia azzurra (ai Mondiali assoluti di Tampere, in Finlandia), e si è qualificato nel “doppio” per le Olimpiadi di Sidney dell’anno successivo, in coppia con Farina.
Nel 1996, insieme al ritrovato Davide Tizzano, ha formato un equipaggio che è rimasto imbattuto per tutta la stagione agonistica, terminata con la conquista della medaglia d’oro ai giochi Olimpici di Atlanta (USA).
Nel 1997, ai Giochi del Mediterraneo di Bari, in “doppio” con Alessio Sartori, ha conquistato la medaglia d’oro, e, ad Aguibellette, in Francia, nel “quattro di coppia” con Galtarossa, Corona e Calabrese, si è laureato  campione del mondo.
Nel 1998, a Colonia, si è riconfermato campione del mondo nella specialità “quattro di coppia”.
Nel 1999, l’equipaggio formato sempre da lui, Corona, Sartori e Galtarossa, ha conquistato la qualificazione Olimpica ed il settimo posto assoluto ai Campionati Mondiali di Santa Caterina, in Canada.
 Il 2000 è stato l’anno della rivincita. Agostino, gareggiando nel “quattro di coppia”, con Raineri, Galtarossa e Sartori, non ha perduto una regata ed ha coronato l’anno con la vittoria Olimpica di Sidney, che lo ha portato per la terza volta sul gradino più alto del podio olimpico.
Nel 2002, Agostino è stato ancora protagonista nel “quattro di coppia”, ha partecipato a due prove di Coppa del mondo e vinto la medaglia di bronzo a Siviglia e quella d’oro a Lucerna. Ha conquistato inoltre la medaglia d’argento ai Campionati Mondiali di Siviglia nella specialità del “doppio”, in coppia con Franco Berra.

 

CHE COS’E’ IL CANOTTAGGIO

 

Come tutti gli sport nautici, anche le origini del canottaggio si ricollegano all’utilità.
La necessità, infatti, di spostarsi sull’acqua, ha spinto l’uomo primitivo a pensare di creare dei mezzi che galleggiassero ma che fossero anche in grado di trasportarlo utilizzando la sola forza delle braccia.
Le prime testimonianze di navigazione a remi per diporto si hanno nei papiri e nelle iconografie egiziane.
Il canottaggio debuttò nel programma Olimpico ai Giochi di Parigi del 1900. Era stato già presente alle Olimpiadi di Atene di quattro anni prima, ma per impraticabilità del campo le regate erano state annullate.
Le specialità del canottaggio sono otto: tre di coppia (dove ogni vogatore ha due remi) e cinque di punta (dove ogni vogatore ha un solo remo).
Le specialità di coppia sono: 1X (singolo) – 2X (doppio) e 4X (quattro di coppia ).
Le specialità di punta sono: 2 - (due senza timoniere ), 2+ (due con timoniere), 4 - (quattro senza timoniere), 4+ (quattro con timoniere) e 8+ (otto con timoniere).
Attualmente, la partecipazione alle Olimpiadi è riservata a sei specialità maschili (1X, 2X, 2 -, 4 -, 4X, 8+) e cinque femminili (1X, 2X, 2 -, 4 -, 4X).
A partire dal 1996, sono state escluse dal programma Olimpico le specialità 2+ e 4+ maschili e 4+ femminile per far posto alle specialità “pesi leggeri “ maschili (2X, 4 -) ed alla specialità femminile “pesi leggeri” 2X.
La categoria “pesi leggeri “ è riservata ai vogatori maschili che non superano 72,5 chili di peso per una media di 70 chili in un equipaggio multiplo; per le ragazze il peso limite è di 59 chili per una media di 57 chili per un equipaggio multiplo.
Tutte le specialità sono ancora presenti per l’assegnazione dei titoli mondiali, che avviene tutti gli anni ad esclusione dell’anno olimpico, dove si assegnano solo le medaglie per le specialità non olimpiche.

 

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