Professionalità, serietà e bravura non sempre pagano, nella televisione di
oggi. Ne è un esempio lampante Giancarlo Magalli,
popolarissimo conduttore ed autore, che, dopo un lungo periodo costellato di
successi, oggi deve faticare non poco per riconquistare il suo posto al
sole, che gli spetterebbe di diritto.
Abbiamo visto Giancarlo nella “Domenica In” di Paolo Bonolis – appena
conclusasi – e ci auguriamo che quest’esperienza sia stata l’ultimo gradino
della scala che sta salendo per arrivare ad un suo ritorno da protagonista
sul piccolo schermo.
Con
la consueta simpatia, mista a punte di pungente sarcasmo, oltre ad aprirci
uno squarcio sulla sua vita, Magalli ci dice la sua sulla televisione di
oggi e non la manda certo a dire a tanti personaggi di spicco!
Ci
piace sottolineare, al contrario di quanto riscontrato in molti pseudo vip,
l’estrema cortesia e semplicità del conduttore romano, indici di una forte
intelligenza, a nostro modestissimo parere la vera chiave di un personaggio
di successo!
- Giancarlo, è tornato con la “Domenica in” di Bonolis, un bel successo per
l’idea innovativa e per la sua bravura. Che sapore ha avuto e ha questo
successo indiretto, visto che lei non è stato il conduttore principale della
trasmissione?
-
Mah’… comunque fa piacere. Mi fa piacere esserci stato, mi fa piacere che
Paolo mi abbia voluto vicino… Mi disse che sarebbe stato lusingato di
lavorare con me, anche a me faceva piacere lavorare con lui e… Comunque,
poi, questo è stato un modo per riavvicinarmi a Rai 1. Vorrei ricordare una
cosa… La “Domenica In” di Paolo, che mi ha visto tra i protagonisti, ha
battuto spesso la “Buona domenica” di Costanzo e, negli ultimi sette – otto
anni, l’unica altra “Domenica In” che ha battuto Costanzo è stata quella che
conducevo io…
-
Senta, parliamo un momento del discusso “Basta”, l’angolo che, all’inizio di
“Domenica in”, tanto fece discutere (perché, nella prima puntata, al primo
posto della classifica stilata con i “Basta” dei telespettatori, figurò
“Basta a Berlusconi e ai politici”…), infatti Bonolis, dalla seconda
puntata, asserì che non dovevano più farsi i nomi e i cognomi. Questo non
vuol dire, secondo lei, che per non andare contro chi ci governa, non si può
andare oltre certi limiti? E che la gente non è libera di esprimere la
propria opinione apertamente?
- Si
intuì che la rubrica, così com’era fatta, era anomala, perché sembrava un
sondaggio ma non lo era, faceva vedere delle opinioni che erano comunque
contrastanti, insomma non era giusta, perché era chiaro che chi ce l’aveva
con Berlusconi chiamava e diceva “Basta a Berlusconi” ma non è detto che chi
era a favore suo chiamava e diceva, ad esempio, “Basta a Fassino”… Quindi,
in realtà, si dava voce solo a quelli che la pensavano contro e si poteva
dar l’idea che tutti ce l’avessero con Berlusconi! Non si pensò che la
rubrica potesse venir fuori così, per cui quando il risultato fu quello che
fu rimanemmo un po’ tutti sbalestrati e pensierosi, perché non era quello
il tipo di risultato che si voleva ottenere. Quindi, furono fatte delle
correzioni, ma… appunto, sempre di correzioni si parlava …
-
Giancarlo, dire il suo nome è come dire un punto fermo del panorama
“presentatori – intrattenitori” italiani…
- …eh’, ma fermo nel senso che sono stato proprio fermo! –
Sottolinea sorridendo Magalli…
-
Infatti, volevo chiederle proprio questo… Quando arriva lei, si parla di
successo e di alta audience, perché è una persona seria, colta, ironica,
simpatica e alla quale la gente è affezionata. Perché allora per avere un
programma suo lei deve penare così tanto?
- Intanto, perché non sono raccomandato! –
Precisa ancora sorridendo Giancarlo
- E invece, come sappiamo, è una cosa che aiuta, tant’è vero che quando ci
si chiede perché alcuni presentatori, e vorrei dire soprattutto
presentatrici, continuano a fare un programma dietro l’altro pur sbagliando
un programma dopo l’altro, la risposta è sempre quella… perché sono
raccomandati. La stessa risposta, al contrario, vale per me… io non sono
raccomandato, quindi devo sempre andare bene e quando capitano persone che
non ti vogliono bene o con le quali hai delle discussioni… è dura. Io, per
esempio, litigai con Saccà, quando era Direttore di Rai 1 e stava diventando
Direttore generale; capitò che il primo programma che feci dopo quell’episodio
andò così così, lui ne approfittò e mi fermò. Da buon calabrese, se la legò
al dito e me la fece pagare!
-
Non dimentichiamo che lei, in TV, ha iniziato come autore. Oggi, che tipo di
programma vorrebbe proporre e condotto da chi?
- Mah’… io di programmi ne continuo a pensare e a scrivere, continuo ad avere
dentro il cassetto proposte da fare. Il problema è che… nessuno te li chiede
più, perché adesso c’è questo sistema dei format… E’ più facile andare a
cercare un format, perché non si corrono rischi…
- …in quanto è già testato…
- Sì, perché il format, che è poi un programma acquistato da altre
Nazioni, in genere è già stato fatto appunto in altri Paesi… Si vedono le
cassette del programma, quindi non bisogna esercitare la fantasia per
immaginarselo, come si faceva una volta... Anni fa si portavano una cartella
e mezza a un funzionario della Rai, lui le leggeva e aveva la necessaria
fantasia e intelligenza per capire se il programma poteva andar bene o male…
Adesso non è così. Nessuno è in grado di capire, leggendo un foglio di
carta, che tipo di programma ne potrebbe venir fuori. Così, è più comodo
appoggiarsi ai format, perché c’è l’alibi che, se il programma dovesse andar
male, si può dire: “Eh’, però in Olanda andava benissimo!” e così gli autori
tradizionali non vengono chiesti. Io ho più di un programma pronto, fra cui
un varietà molto carino, che sono sicuro funzionerebbe, per il quale avevo
avuto anche l’OK di Raimondo Vianello per farlo insieme a me e sinceramente
credo che un programma presentato da me e da Vianello sarebbe una cosa
carina. Mi hanno detto “sì, sì”, però poi alla fine nessuno ha il coraggio
di investire in un’idea.
-
Le dico i nomi di alcuni importanti personaggi televisivi. Mi dica un
aggettivo su ognuno o comunque come definisce queste persone… Iniziamo
proprio con Paolo Bonolis…
- Bonolis è… Eh’, un aggettivo solo è difficile per Bonolis… E’ bravo, ha le
idee chiare. La sua fortuna è se stesso, il suo pericolo è che è circondato
da troppe persone che lo consigliano…
- Maurizio Costanzo…
- Costanzo…è un uomo intelligente, che sicuramente ha fatto nascere un certo
tipo di televisione; però, per non farla morire, dovrebbe farne di meno…
- Pippo Baudo, col quale lei ha anche lavorato…
- Beh’, Pippo è un carissimo amico, al quale voglio molto bene e continuo a
sperare che per lui, come per me, ci sia un futuro di cose adeguate alla sua
bravura… Basterebbe, ad esempio, che gli facessero fare, magari su Rai 1,
gli stessi programmi che sta facendo su Rai 3. Sono molto belli e su Rai 1
potrebbero essere fatti con un po’ più di ricchezza. Glielo auguro perché se
lo merita.
- Simona Ventura…
- Simona ha cominciato con me, facendo la mia valletta a “Domani sposi”,
quindi la considero un po’ una figlia, ci vogliamo molto bene. Simona è una
delle poche, pochissime donne in televisione che merita il successo che ha…
- Giorgio Panariello?
- Panariello è un altro che ha iniziato in un mio programma, insieme ad altri
imitatori… Gli voglio molto bene, perché, oltre a divertirmi, è una persona
buona. E’ un uomo buono, carino, una persona rara nello spettacolo.
- Chiudiamo con Maria De Filippi…
- Per la De Filippi vale un po’ il discorso di Costanzo. Ha portato al
successo un genere televisivo che le somiglia e le appartiene molto, però…
lo sta un po’ inflazionando. Si è visto che la gente… insomma si sta
cominciando a stufare di quel genere e automaticamente si sta stufando pure
di lei!
-
Senta Giancarlo, ormai tra Rai e Mediaset è guerra aperta per accaparrarsi,
nei programmi, uno spettatore in più dell’altro. Non trova che questo faccia
del tutto passare in secondo piano la qualità degli stessi? E quindi che non
si rispetti più di tanto il telespettatore?
- Assolutamente sì. E’ successo da quando la Rai, da servizio pubblico, è
diventata una televisione commerciale, come Mediaset. Questo è accaduto per
motivi di budget, per avere più pubblicità, perchè per alzare le tariffe
pubblicitarie occorre avere un numero alto di telespettatori e quindi per
avere più telespettatori la Rai ha cominciato a seguire le orme di Mediaset.
Conta quindi la quantità dei telespettatori e meno la qualità del prodotto.
-
Da spettatore, invece, lei quali programmi preferisce e quali non apprezza
per niente?
- Devo dire la verità, io guardo molti film. Per il resto, mi piace Marrazzo,
guardo ogni tanto i programmi di Simona Ventura che mi divertono, guardo
Gerry Scotti che, anche se lavora alla concorrenza, mi è sempre piaciuto,
guardo Amadeus… mi diverte, è un bravo ragazzo e mi sta simpatico e… quando
capita qualcosa di divertente, tipo la Gialappas o Le iene, li vedo
volentieri.
-
A livelli percentuali, in che misura sono presenti, nella televisione
odierna, professionalità ed approssimazione?
- Ci
sono settori, come quello giornalistico o quello dei programmi alla Piero
Angela, dove ancora il livello di professionalità è buono; ci sono altri
settori, come un certo tipo di varietà, che nasce proprio dai giovani, tipo Zelig o altri programmi fatti da Rai 2, dove si vanno a cercare i giovani a
tutti i costi e quindi la professionalità è ancora poca e ci sono settori,
come per esempio le fiction, dove a volte ci sono attori… che hanno più
raccomandazioni che talento. Le fiction sono anche belle e dirette bene ma
magari il tutto viene rovinato dalla recitazione di alcuni attori…
-
Ad un ragazzo con la passione per lo spettacolo e la voglia di affermarsi,
lei consiglierebbe di frequentare la scuola di “Amici” di Maria De Filippi?
-
Io
credo che qualunque occasione è buona per farsi notare, quindi può servire
Amici, come può servire La Corrida o qualunque cosa. Se uno ha talento e gli
occorre solo farsi notare. Se invece il talento lo deve acquisire, se deve
imparare, consiglierei delle scuole un po’ più serie.
-
Giancarlo, la sua lingua tagliente ha spesso colpito simpaticamente molti
dei suoi colleghi. Non le chiedo se qualcuno ha reagito male alla cosa, ma
se c’è qualcuno che lei veramente non sopporta! Se non può dirci il nome, ci
dica almeno il perché…
- No, no, non c’è nessuno con cui io non mi parli. Devo dire che quelli contro
i quali ho fatto le battute più pepate e pungenti sono amici, che capiscono
la cosa e ci ridono. Porto ad esempio la Carrà e Baudo, che spessissimo sono
stati oggetto di battuta, ma essendo persone con le quali ci conosciamo da
anni e ci vogliamo bene, non portano rancore. E’ chiaro, ci sono persone
meno amiche e forse anche meno intelligenti, tipo Anna Falchi, che lesse sul
giornale una mia affermazione su di lei e cioè che lei, nella mia Domenica
In, entrò perché era raccomandata ma io non la volevo – che poi era la
verità! - e da allora non mi parla più. Ma io vivo benissimo lo stesso!
-
Giancarlo, se sua figlia Michela (che oggi è molto piccola), fra qualche
anno, le manifesterà il desiderio di iniziare la scalata al mondo delle
varie Veline e Letterine, sinceramente come reagirà?
-
Se volesse iniziare come Velina o Letterina non mi piacerebbe,
perchè quella è una scorciatoia e non mi piacciono le scorciatoie. Ci sono
persone che pensano che, essendo carine ed esibendosi in un programma di
successo poco vestite, la strada per la notorietà si accorci notevolmente.
Se mia figlia avesse una genuina passione per lo spettacolo, le consiglierei
di fare delle scuole, perché purtroppo, mi dispiace (!), ma continua ad
essere valido il principio per cui se uno vuol fare il cantante deve saper
cantare e se vuole fare l’attore deve saper recitare! Perciò, bisogna
studiare e imparare a ballare, a cantare e a recitare, a seconda di quello
che uno vuol fare. Anni fa c’erano persone che sapevano fare tutte e tre le
cose, per esempio la Carrà. Oggi se ne fanno una è un miracolo! Quindi, se
mia figlia volesse fare lo spettacolo, le consiglierei di fare una scuola e
imparare bene perché la scorciatoia di farsi vedere in un programma e poi
fidanzarsi con un calciatore può essere utile nella vita ma non nel
successo, nella professione.
-
Appunto, fra Veline, Letterine, Ereditiere e donne vip e quasi sconosciute
che fanno il calendario… La nostra, oggi, è diventata proprio una Società
votata solo all’apparenza, al Dio immagine?
-
Certamente l’immagine conta ed è fondamentale. Senza badare che
tipo di immagine è. Sono cambiati i tempi da quando la Rai non faceva
lavorare Mina perché aveva avuto un figlio fuori dal matrimonio… Da quello
che sicuramente era un eccesso, siamo passati all’eccesso opposto, cioè, per
esempio, che… la Corna ha fatto due – tre programmi, fra l’altro tutti mal
riusciti, e l’unica referenza che aveva è che aveva fatto un calendario
nuda!
-
Giancarlo, tra i suoi hobbyes c’è sempre quello di fare il vigile urbano? E
quali altre passioni ha? Ha degli hobbyes che condivide con sua moglie,
Valeria?
- Quella del vigile è stata una grande passione, che mi ha insegnato molto, è
stata un’esperienza che rimane tra le più belle della mia vita. Ovviamente,
adesso non ho più il tempo e la possibilità di andare in giro la notte con
le pattuglie, anche perché, ora che la mia faccia è piuttosto nota, sarebbe
difficile e anche imbarazzante fermare le macchine, fare le contravvenzioni…
insomma complicherei le cose. Per quanto riguarda gli hobbyes, mia moglie
non li condivide molto perché il mio hobby principale è sempre
l’elettronica, il computer, Internet, tutte questo tipo di cose che lei non
ama, però… sopporta.
-
Lei alterna periodi in cui lavora spesso ad altri in cui appare di meno.
Quando è libero, è un tipo che soffre di astinenza da TV o sta benissimo
anche senza?
- Intanto, per la verità, io per quindici anni ho lavorato sempre! Solo
ultimamente… dopo la discussione con Saccà… per un anno e più sono rimasto
fermo. Ora, spero che quel periodo sia finito. Certamente, quando non
lavoro, la televisione mi manca, anche perché mi dispiace quando la gente,
per strada, e anche mia figlia, mi dicono “Ma quando la rivediamo, quando ti
rivediamo in TV?”. Mi dispiace che mia moglie mi veda dentro casa, come un
pensionato. Sicuramente mi dispiace non farla e ancor di più, perché se poi
quello che vedessi fosse straordinario, direi “Perbacco, io sto a casa, però
in TV ci sono cose di grande qualità”. Siccome non è così, allora dico
“Perché io non lavoro e devo pure vedere delle cose così brutte?”
-
Il suo pubblico la trova una persona estremamente simpatica, allegra,
sarcastica, oltre che molto intelligente e disponibile. Sua moglie come la
definisce, invece? Nel senso, il Giancarlo privato è come quello pubblico o
nasconde altri lati del suo carattere, sconosciuti al pubblico?
- Sì, sì, assolutamente. Mia moglie mi ha conosciuto come il Giancarlo
pubblico, nel senso che mi ha visto in televisione (a “Pronto… chi gioca?)…
le sono rimasto simpatico, mi ha voluto conoscere e… sta con me da vent’anni
perché ha visto che nella vita sono uguale. Se fossi stato antipatico, penso
che non sarebbe rimasta con me tanto tempo!
-
A chiusura… Lei, spesso, è stato chiamato a sostituire dei conduttori per
salvare questa o quella trasmissione. Altre volte, come ora a “Domenica in”,
si trova a ricoprire un ruolo non principale. A parte che i responsabili Rai
dovrebbero ergerle un monumento, ma… non pensa che la Rai è un po’ debitrice
nei suoi confronti?
- Sì, io sono convinto che la Rai sia debitrice nei miei confronti. Il
problema è che la Rai non esiste, cioè non c’è una signora Rai! Esiste
un’azienda… quindi delle mura, un palazzo… che non ha né memoria, né
sentimenti, né gratitudine e ci sono dei dirigenti che potrebbero avere
memoria e gratitudine, ma cambiano spesso, quindi i dirigenti ai quali io ho
fatto dei piaceri non ci sono più, ce ne sono altri che non mi devono nulla
e che se vogliono mi fanno lavorare, se non vogliono no. Non gliene importa
niente che io abbia fatto un piacere al Direttore che c’era prima,
sostituendo… che ne so… Montesano a Fantastico. Non hanno obblighi verso di
me e fanno lavorare chi gli pare!
Intervista già pubblicata sul periodico OBIETTIVO LAVORO NEWS n. 18, del
10/05/2004

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