Troppo spesso, quando si parla di campioni sportivi, ci si riferisce a quelli, titolatissimi, del Calcio e della Formula Uno, dimenticando che campioni veri sono anche quelli di sport nobili ma non troppo in vetrina, quali ad esempio la pallanuoto, che sudano e danno sé stessi per l’ideale sportivo e, con la loro valenza, portano le loro compagini agli onori nazionali, europei, mondiali.
E’ di uno di essi che vogliamo parlarvi, Piero Fiorentino, giocatore della squadra di pallanuoto del Posillipo, vincitrice quest’anno del suo nono scudetto.
 

L’abbiamo incontrato nella stupenda cornice del Circolo Nautico Posillipo

- Piero Fiorentino, campione del Posillipo, di nuovo sculettato dopo tre anni. Le emozioni?
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Mah’, per me è stata un’emozione già vissuta e quindi un po’ meno intensa rispetto alle altre vittorie, dove io avevo giocato molto di più; però mi ha fatto molto piacere per i compagni che non avevano mai vinto lo scudetto, per i festeggiamenti…

- Quando hai capito che la piscina sarebbe stata il tuo habitat naturale?
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Negli ultimi anni, perché prima ho fatto tanti altri sport. Ad un certo punto, io e mio fratello abbiamo iniziato a fare nuoto, poi le prime gare e, strada facendo, ci siamo trovati in un ottimo Circolo, con un’ottima squadra…

- Nella tua carriera, da chi hai imparato di più?
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Da molte persone… i miei allenatori, i miei compagni di gioco… non mi sento di fare nomi perché tutti, davvero, mi hanno insegnato qualcosa.

- Ci ricordi, a grandi linee, le tue vittorie?
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Sì. Ho vinto otto scudetti con il Posillipo, tutti, quindi, tranne il primo. Poi abbiamo vinto una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia. Ovviamente, c’è il successo che ricordi con più gioia, perché magari sei stato protagonista di quella gara, con goals decisivi, o le gare contro la Canottieri Napoli, perché sono delle stracittadine e hanno un sapore particolare.

- A un ragazzino che si avvicina al nuoto, consiglieresti la pallanuoto perché?
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Mah’, io consiglierei lo sport in generale e, in particolare, quello di squadra, perché ti insegna molto, al di là dell’aspetto tecnico. Aiuta al rispetto verso i compagni, alla convivenza, al confronto nello spogliatoio… Ti aiuta a crescere sotto molti aspetti.

- Tra i nuovi talenti della pallanuoto, chi è secondo te quello con più futuro davanti?
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Talenti… - Fiorentino riflette un po’ – Devo dire la verità, non è che vedo giovani talenti! Se parliamo di Silipo, di Kasas, dei miei compagni di squadra, sono giocatori già affermati. Per il resto, non vedo nessuno al di sopra di altri. Può darsi che col tempo…

- Si sente molto parlare di pallanuoto quando si vincono lo scudetto o altri titoli. Durante l’anno, invece, il vostro sport è molto meno in vetrina, rispetto al calcio, ad esempio. Perché questo? A cosa è dovuto?
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Secondo me, è dovuto innanzitutto alla scarsa presenza che abbiamo sui mass-media, sui quotidiani… - sostiene il giocatore – Quindi la massa segue il calcio, assai più popolare. Poi, è dovuto anche a problemi di orario, giocare il sabato alle 17.00 non è l’ideale e molta gente non può venire in piscina. Se si giocasse alle 20.30… Quindi, per questa serie di motivi, pochi sponsor investono nella pallanuoto, non avendo un grosso ritorno. Speriamo che la situazione migliori sempre più!

- Piero, un’ultima domanda… La gioia per il tuo ottavo scudetto si contrappone a un po’ di giusta malinconia, perché hai detto addio alla tua carriera di giocatore. Ed ora, cosa vedi nel tuo futuro?
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Proprio quest’anno ho intrapreso la nuova carriera di allenatore del settore giovanile del Posillipo… Dovrò fare le mie esperienze. Passare dall’altro lato, a fare l’allenatore, non è facile, devi stare attento a molte più cose. Vediamo come va… La pallanuoto non è uno sport ricco, quindi è sempre un punto interrogativo. Si dovrebbe avere il doppio lavoro e forse, facendo solo l’allenatore, si riusciranno a conciliare i due impegni.

 

Pubblicato nel mese di Ottobre 2000 sul mensile “Proposte di classe”

 

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